Savoia di Lucania: tra natura e storia

A Savoia di Lucania, il tempo sembra essersi fermato. Questo incantevole borgo medievale, con le sue antiche case in pietra e le stradine acciottolate, offre un autentico tuffo nel passato. Visita il Museo della Memoria, dove sono custodite preziose testimonianze della storia locale, e lasciati affascinare dalle storie dei personaggi illustri che hanno segnato il destino di questa comunità. Savoia di Lucania è il luogo ideale per chi desidera immergersi nell’atmosfera di un’epoca lontana.

Attrazioni naturalistiche

Per gli amanti della natura, Savoia di Lucania è una destinazione perfetta grazie alle sue meraviglie naturali.

  • Cascate del Tuorno;
  • Sentiero area pic-nic Luceto c/da Cesine;
  • Sentiero Savoia/ Vetta di San Rocco;
  • Sentiero campetto comunale- Grotta dell’angelo;

Le bellezze storico-naturalistiche e culturali

Il castello chiamato anche “rocca” è il monumento più rappresentativo di Savoia. Posto alla sommità di uno sperone, a 740 metri di altitudine, domina con la sua mole l’intero abitato di cui costituisce l’origine stessa. Intorno ad esso e attraverso un processo storico secolare, infatti, si è venuto a sviluppare il borgo medievale di cui è testimonianza, come già detto, l’intrinseca trama di vicoli che da esso si spande e caratterizza l’intero nucleo di Savoia. Il castello è perciò importante non solo come monumento in sé, inteso come testimonianza architettonica, ma soprattutto perché è fulcro urbanistico della città. Nonostante abbia subito manomissioni e trasformazioni, il suo impianto è abbastanza compatto e si inserisce nel tessuto urbano circostante con una logica che rispecchia pienamente i caratteri dell’architettura medievale. La facciata principale, che prospetta su piazza Marconi, s’impone con linearità piatta interrotta da aperture disposte senza un criterio di omogeneità e dal portale in pietra con un arco a tutto sesto, mentre peculiare agli altri lati e la mancanza di uniformità. La costruzione rappresenta un impianto trapezoidale che sviluppa intorno ad una corte interna: negli spigoli che delimitano Vico I del Popolo sono presenti due torri; una terza è posta tra l’ingresso della corte e del
giardino esterno. L’intero edificio si articola all’interno di un perimetro di 130 metri e si sviluppa su due piani fuori terra e uno interrato sulle due ali laterali, mentre sulle ali principali si sviluppa su tre livelli.

Sulla sua origine non si sa molto come poche sono le notizie riferite alla sua evoluzione e trasformazione architettonica. Francesco Paternoster nel suo volume “L’antica Salvia oggi Savoia di Lucania” scrive”……di sicuro rimonta all’epoca feudale e, precisamente, al tempo delle dominazione normanna e di Ruggero II…” e aggiunge che “…nel dicembre del 1239 Robertus de Salvia doveva provvedere alla custodia di alcuni prigionieri Longobardi”. All’epoca però, il castello aveva dimensioni molto più ridotte dal momento che doveva assolvere ad una funzione prettamente militare. Di sicuro non aveva la tipologia a corte, qual è quella attuale, ma ad L. I primi lati costruiti sono stati quello a Sud e quello ad Ovest; successivamente fu aggiunto il lato Est intorno all’androne di accesso assumendo l’attuale conformazione. L’ipotesi della costruzione in fasi diverse ha trovato conferme nella letteratura dei danni provocati dal sisma del 23-11-1980. Nella relazione allegata al progetto di restauro, trasmesso alla Soprintendenza nel 1986, redatto dall’architetto Pasquale Pucciarelli, è riportato che l’ala Nord del fabbricato, che si ipotizza sia stata costruita per ultima, oltre ad avere i muri meno spessi, ha subito, proprio lungo i lati di attacco alle altre ali, i danni più gravi per la mancanza di connessioni delle strutture murarie tra loro. Inoltre, il lato Est si configurava come difesa naturale costituito dallo strapiombo che ora è occupato dal giardino e dalle case sottostanti. Con il passare del tempo, l’impianto è variato, passando da edificio adibito a scopi militari, a centro della vita del paese: l’antico casale, diventato un tipico borgo feudale, si era ripopolato con l’arrivo dei profughi della città di Satriano, distrutta nel 1430, e da qui, forse, nacque l’esigenza di avere più sicurezza e si pensò di chiudere a corte l’originaria fabbrica. L’ampliamento avvenne, con ogni probabilità, nei secoli XV e XVI quando il castello era posseduto dalla famiglia Caracciolo; a quell’epoca si fa risalire anche la costruzione della galleria.

Sostanzialmente questo impianto è stato mantenuto fino al dopoguerra quando sono iniziati i lavori di ristrutturazione con l’aggiunta di corpi di scala all’esterno per l’accesso ai piani superiori e la chiusura della galleria. Ciò è avvenuto anche in seguito allo smembramento della proprietà che fino ad un certo punto aveva un solo referente, la famiglia Laviano, e poi dal 1808, con l’acquisizione da parte dei cittadini, è iniziata la trasformazione ad uso abitativo.

Da un punto di vista costruttivo l’edificio è in pietra non squadrata. Le superfici orizzontali sono in legno e laterizi e in alcuni ambienti vi sono volte a botte o a crociera, in pietra e laterizi, che strutturalmente non presentano uno schema leggibile essendo state costruite con materiali disomogenei e con metodi molto approssimativi. Questo spiega anche la gravità dei danni che hanno riportato le strutture proprio in corrispondenza di incroci, innesti e volte. La copertura è in coppi con una “Romanella” a doppio strato.

Dopo i lavori di restauro, presso il Castello è stato trasferito il Museo Salviano, con la “Sezione Passannante”, consistente in una nuova sala multimediale, e la “Collezione Vernotico”, una delle più ricche esposizioni italiane sul Ventennio Fascista

Nello svolgimento storico di Savoia di Lucania si è visto come il nucleo originario è costituito dal castello che, costruito intorno al 1230, ha rappresentato il punto focale intorno al quale è venuto a svilupparsi il borgo che ancora oggi si consegna quasi intatto ne suo impianto originario nonostante le trasformazioni intervenute nel corso dei secoli anche in relazione ai frequenti eventi sismici e franosi.

Inoltrandosi lungo i vicoli che da piazza Plebiscito portano sul lato orientale dell’abitato si possono osservare quasi intatte le piccole case contadine raccolte a schiera: sono le costruzioni più umili dell’intero abitato che, addossate le une alle altre, costituiscono il baluardo difensivo lungo quel versante e ne formano i margini. Appare chiaro come lo sviluppo sia avvenuto attraverso successivi interventi edilizi, al di fuori di ogni programma preordinato. Si tratta d’edilizia spontanea che è poi la caratteristica di quasi tutti i centri medievali dove altra caratteristica evidente è l’ubicazione isolata, elevata e naturalmente difesa del luogo, sfruttando le asperità del terreno come primo diaframma difensivo e a cui, in genere, veniva aggiunta la cinta muraria che a Savoia di Lucania è completamente scomparsa, per dar posto alle nuove costruzioni.

Per la sua posizione, la ristrettezza dello spazio e l’assetto altimetrico complesso, l’abitato conserva i caratteri di una edlizia povera, di un assemblaggio di tipologie diverse che, per materiali usati, metodi costruttivi tramandati, ha comunque creato un tessuto urbano omogeneo e compatto.

La caratteristica più evidente rimane la fitta e intricata rete di vicoli tortuosi che s’incuneano tra le facciate in pietra, rimesse a nuovo grazie ai lavori realizzati con i fondi destinati ai paesi colpiti dal terremoto.

Nonostante i rimodernamenti e i nuovi intonaci si riesce comunque ad individuare la struttura antica dei fabbricati e non mancano particolari ornamenti in pietra come portali e stemmi ancora intatti. Interessanti sono anche i pochi esempi di edilizia residenziale Palazzo Taglianetti situato in prossimità del castello.

L’ area intorno a Savoia è ricca di boschi e scorci panoramici di notevole interesse. Imboccando la strada che dal paese conduce a Vietri, poco dopo aver lasciato l’ abitato, sulla destra una strada sterrata conduce al bosco Luceto. È un’ escursione che si consiglia particolarmente agli amanti della natura più incontaminata e selvaggia, in una zona non ancora attrezzata, fitta di cerri e carpini dai rami e dalle radici inestricabili, e priva di sentieri ben battuti. Se si è muniti del giusto equipaggiamento, vale la pena spingersi fino al Vallone del Tuorno ( del tuono ), affluente del Melandro ( sulla strada sterrata, indicazioni per ” Vallone del Tuorno ” e ” Acqua Solforosa”): dopo una discesa tra gli alberi di circa 300 metri e un tratto lungo il corso del torrente, un rumore di acque in caduta anticipa la sorprendente scoperta di sei cascate, alcune alte fino a 20 metri, che pochi ancora conoscono. Il paesaggio del Luceto offre altri scorci di selvaggia bellezza, come le millenarie stalattiti e stalagmiti, che conserva al suo interno, le sorgenti di acqua solforosa, e perfino un vecchio mulino ad acqua, detto “lu Mulniedd”, che l’ antica sapienza contadina ha fatto giungere fino a noi. Per chi voglia percorrere sentieri più facili ma non meno suggestivi, l’ escursione più consigliata è quella al monte Carvarino, in località Macchia Carrara, zona ricca di castagni (diffusi in tutto il comune di Savoia) e felci che, nelle stagioni opportune, abbonda di funghi galletti e piante di fragole e lamponi.

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La località è importante non solo per gli scenari naturalistici che offre, ma anche per la presenza della maestosa statua del patrono, San Rocco, posto proprio sulla vetta del monte.
La statua è realizzata in pietra ed è alta circa 7 metri.
Da questa postazione si può godere di una splendida vista che abbraccia l’intera Valle del Melandro.

Il museo  offre un importante punto di riferimento per coloro che per studio o passione vogliono approfondire ed esplorare ogni aspetto del periodo del fascismo.

Il signor Vittorio Vernotico era un collezionista di Savoia che riuscì a raccogliere un numero impressionante di oggetti dell’epoca in questione, che alla sua morte donò al comune per la realizzazione di un polo museale.

La collezione Vernotico consiste in ben 40.000 pezzi, uniti ad altri oggetti messi a disposizione da altri cittadini salviani e non.

Lungo il percorso museale si possono ammirare cimeli, ritratti e busti di Mussolini, fotografie storiche, divise, medaglie, timbri, oggetti della vita comune del periodo fascista, documenti, stampe, libri, giornali e tanto altro ancora.

Il “Museo della Memoria, Biblioteca e Centro di Documentazione Salviano” ha anche una sezione dedicata a Giovanni Passannante. In questo spazio è possibile consultare i documenti del processo, gli scritti dell’anarchico, giornali e stampe dell’epoca, recenti pubblicazioni, e visionare un film documentario che ricostruisce con precisione la vita del giovane, la vicenda dell’attentato al Re e il triste destino che fu riservato al ribelle salviano.

Nel museo c’è inoltre la ricostruzione della cella della torre di Portoferraio (isola del’Elba), buia, angusta, collocata sotto il livello del mare, alta solo 1,50m, dove Passannante in condizioni disumane, tra torture e violenze fisiche e psicologiche passò 10 anni in isolamento, prima di essere trasferito nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, ormai denutrito e ridotto alla follia, dove trovò la morte nel 1910.

Il Museo è aperto tutti i giorni, previa prenotazione, chiamando al numero 0971 711000

Architetture religiose: luoghi di fede e di bellezza

La chiesa madre dedicata a San Nicola di Bari, è posta in pieno centro storico, a pochi passi dal castello. I due monumenti hanno rappresentato nei secoli i simboli del potere politico e religioso e ancora oggi le loro poderose costruzioni dominano sull’intero nucleo urbano. Sulle sue origini il Paternoster scrive: “Le antiche cappelle del SS. Redentore e del Rosario, costruite verso il 1450, furono, con bolla pontificia del 1585, riunite sotto il titolo di San Nicola di Bari e costruirono la chiesa parrocchiale che nel 1785 venne ampliata e rifatta dal napoletano Maestro Arcangelo Staffetta il quale non conservò del tutto lo stile romanico in cui originariamente era sta costruita”.

In effetti la costruzione, sia esternamente che internamente ricalca schemi settecenteschi. La facciata, suddivisa verticalmente nella parte inferiore in scomparti da due coppie di lesene, è resa elegante dal portale centrale in pietra locale decorato nella parte superiore da elementi a forma di vasi e al centro una nicchia con statua della Madonna. Più semplice è invece il portale laterale riquadrato da leggere cornici lievemente aggettanti.

L’interno, a pianta quadrata, è a tre navate; quella centrale, più ampia, è separata dalle laterali da arcate a tutto sesto poggianti su pilastri, realizzati con blocchi di pietra martellata. Al di sopra delle arcate sono collocate grandi tele che narrano scene di episodi biblici del nuovo e vecchio testamento.

Sulla parete sinistra: Gesù che scaccia i mercanti dal tempio, conversione di San Paolo, diluvio universale. Su quella destra: Gesù che disserta con i dottori della legge, battaglia, Eliodoro scacciato dal tempio. Ritenute opere del pittore lucano del ‘500 Giovanni di Gregorio detto il “Pietrafesa” sono invece state considerate dalla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie della Puglia e della Lucania opere del ‘700, come dichiara nella lettera indirizzata al Ministero, datata 18 ottobre 1960.

Prezioso è l’altare maggiore, dall’impostazione monumentale, dedicato all’Immacolata la cui statua, in legno di sorbo, è collocata nella nicchia centrale, mentre in quella sinistra vi è la statua di S. Giuseppe con Bambino e a destra S. Francesco di Paola.

L’altare di fattura barocca, con rilievi scultorei ornamentali, è in pietra levigata grigia con venature irregolari bianche, che pare provenga da una cava locale in contrada “Tampone”.

Un tocco di originalità è dato dalla grande corona che sovrasta la composizione.

Nella navata di destra vi sono quattro altari: in fondo sulla parete frontale è posta la statua di San Rocco, mentre su quella laterale vi sono gli altari dedicati a San Donatello di Ripacandida, all’Addolorata con Gesù sepolto e a S. Antonio.

A sinistra invece, sulla parete frontale vi è l’altare dedicato al cuore di Gesù, mentre lungo il fianco una statua di S. Nicola, l’altare della Madonna dell’Immacolata, l’altare di S. Filomena e il fonte battesimale. Interessanti sono pure le due acquasantiere in pietra poste all’ingresso.

Sul lato Nord della chiesa si innalza il poderoso campanile a base quadrata e a quattro piani di cui i primi tre hanno, per ogni lato, un’apertura contornata da conci di pietra che compaiono anche negli spigoli del campanile. Il quarto piano, di volume più ridotto, è coperto con calotta sferica.

La chiesa di San Rocco oggi sconsacrata e utilizzata dal Comune di Savoia come sala riunioni, è situata nel centro storico, lungo una dorsale naturale che collega l’attuale Piazza Plebiscito alla zona più alta del paese dove si trovano la chiesa madre ed il castello.

L’edificio è per tre lati circondato da altri fabbricati di proprietà privata e pertanto la facciata appare stretta dalle abitazioni che l’affiancano con le quali viene a costituire una sorta di cortina muraria. La facciata, di modeste dimensioni, ha portale in pietra decorato alla sommità da due volute a S che sostengono un globo con croce e riportante la data 1890; alla sommità un timpano triangolare e un piccolo campanile a vela. L’interno, costituito da un’aula rettangolare irregolare, con asse maggiore da Est ad Ovest, è scandito da una serie di lesene – tre sul lato destro e quattro su quello sinistro – con sovrastante cornicione modanato. Lungo lo spigolo nord-est è annesso un piccolo locale che fungeva da sacrestia. Del vecchio arredo è stata conservata la cantoria in legno posta in controfacciata.

La chiesa dell’Annunziata, ubicata nel centro storico del paese, in via Roma, ha un impianto edilizio di estrema modestia e prospetto principale di scarna semplicità.

L’interno è costituito da due ambienti di epoca diversa di cui la zona con l’altare risulta più antica. Tale costruzione, di dimensioni molto ridotte, è caratterizzata dalla copertura con volta a crociera ribassata e dall’altare in muratura decorato da colonne laterali e da elementi vegetali. Questa cappella, le cui caratteristiche architettoniche e decorative sono di epoca seicentesca, in origine era dedicata a San Rocco e l’epoca di costruzione potrebbe essere collegata all’episodio di pestilenza avvenuto nel 1656 che fece in Salvia molte vittime; quindi
potrebbe essere stata costruita subito dopo l’epidemia come segno di ringraziamento al Santo protettore della peste.Successivamente, quando nell’800 fu costruita la nuova e più grande chiesa di S. Rocco, la cappella fu dedicata alla Madonna dell’Annunziata la cui statua è allogata al centro dell’altare. Interessante è l’acquasantiera in pietra, collocata sul lato sinistro dell’altare, a forma di conchiglia, con al di sopra una piccola cupola in pietra.

L’ampliamento della cappella è stato realizzato alla fine dell’800, con l’aggiunta di un locale che funge da navata; l’ambiente, poco più vasto di una comune camera, non presenta il pur minimo elemento artistico, anzi è in netto contrasto con la cappella adiacente. Alle pareti sono collocate due tele: l’Annunciazione, opera di artista locale dell’800 e S. Pasquale che è probabilmente del ‘700.

La chiesa di S. Maria è situata fuori dal centro abitato, nella contrada omonima, a monte del paese, inserita in un piccolo agglomerato di case.

L’epoca di costruzione è incerta; la tradizione locale la fa risalire all’ultimo decennio dell’800 pur ritenendo che l’edificio sacro, in cui si venera la Madonna del latte, sorga su resti di un tempio di origini pagane.

Un epigrafe su pietra, posta all’esterno, sul lato destro dell’ingresso principale, indica la data 26 agosto 1902 e si riferisce probabilmente all’anno in cui la costruzione è stata oggetto di un radicale intervento di ristrutturazione.

L’edificio si imposta su pianta rettangolare irregolare, con l’ingresso principale sul lato piccolo, prospiciente la strada comunale, mentre un altro ingresso secondario è posto sul fianco destro.

La struttura portante è in pietra non squadrata con copertura in legno a capriate: il manto di copertura è in embrici e presenta, lungo i bordi, una “romanella” a un coppo che sporge marcatamente oltre il filo del muro.

La facciata, scandita da una semplice porta e da una finestra sovrastante, termina con timpano triangolare affiancato da un campanile a vela.

Anche l’architettura interna è molto semplice: l’ampia aula unica è decorata, sui due lati lunghi, da archi a tutto sesto, retti da lesine in stile neoclassico. Sulla parete di fondo, sovrastato da due finestre che illuminano l’interno, si trova l’altare in pietra decorato a tarsie. Al di sopra dell’altare tre nicchie, ricavate nella parete retrostante, custodiscono altrettante statue: al centro la venerata Madonna del latte mentre a sinistra S. Donato e a destra S. Vito. Collocata davanti all’altare è la mensa in pietra riportante la data 1846.

La chiesa di S. Lucia, anticamente dedicata alla Madonna del Carmine, è situata fuori dal centro abitato, in aperta campagna, dove vi si giunge attraverso un sentiero che negli ultimi anni è stato allargato e sistemato. L’edificio presenta un impianto di modeste dimensioni ed è caratterizzato dalla sobrietà delle linee architettoniche. La facciata a capanna ha una semplice porta d’accesso sulla quale si aprono due finestre rettangolari. L’interno, completamente rinnovato nell’ultimo restauro, ha un’unica navata, con l’altare in marmo; nella parete retrostante sono collocate tre nicchie che custodiscono le statue di S. Lucia, della Madonna del Carmelo e di S. Maria Goretti. Particolare è l’altorilievo raffigurante la Madonna del latte.

Peculiarità enogastronomiche locali

La cucina di Savoia di Lucania rappresenta uno dei tesori immateriali del borgo e si compone di piatti tradizionali ricchi di sapore e storia.

  • Tagliolini al latte;
  • Fusidd (fusilli);
  • Cafat a ott ier’t (pasta fatta in casa);
  • Adducc Chien (pollo ripieno);
  • Cunigl a cacciator (coniglio alla cacciatora);
  • Baccalà cu i puparul arscddat (baccalà con peperoni cruschi);
  • Pizza chiena (pizza ripiena tipica pasquale);
  • Patat arrahanat (patate speziate al forno).

Tradizioni culturali ed artigianali

Il patrono di Savoia si festeggia tre volte.
Il 16 dicembre la ricorrenza è esclusivamente religiosa, un vero e proprio ringraziamento per avere protetto la popolazione durante il terremoto del 1857-58.
Il 16 maggio si venera San Rocco come protettore delle campagne e del raccolto.
Il 16 agosto è la festa più importante. Dopo la celebrazione della messa, il corteo processionale si snoda per le vie del paese accompagnato dalla banda musicale. In serata i festeggiamenti continuano con gruppi musicali e con lo spettacolo dei fuochi d’artificio.

Ascensione

I festeggiamenti si svolgono 40 giorni dopo la Pasqua in contrada Santa Maria e prevedono i tradizionali riti religiosi e civili.
In questa ricorrenza in ogni abitazione viene preparata una pasta fatta in casa detta “tagliolini”, condita con latte e cannella, cibo che poi viene offerto ai pellegrini.

15 agosto

Oltre alla celebrazione della messa e alla processione, la festa in onore della Madonna prevede l’allestimento di una piccola fiera caratterizzata da bancarelle di prodotti generici.

settembre

La festa si svolge in contrada Perolla e prevede i tradizionali riti religiosi e civili.

I festeggiamenti per il Corpus Domini prevedono una celebrazione eucaristica seguita da una processione che parte dalla chiesa madre e passa per la zona detta “San Berardino”. In questa occasione i balconi e le finestre si adornano con lenzuola e coperte ricamate, le strade si ricoprono di petali di rose e di fiori di ginestra.

Un tempo a Savoia di Lucania erano presenti diverse tradizioni artigiane.
Molto diffusa era la lavorazione del legno, finalizzatta soprattutto alla realizzazione di oggetti destinati alla conservazione del vino.
Si lavorava anche il ferro per la ferratura degli animali che venivano usati come mezzo di trasporto.
Sempre artigianalmente, si facevano selle e accessori per muli ed asini. Rinomata, infine, era la figura del calzolaio, attività molto diffusa e richiesta, che realizzava e riparava calzature.

Il costume tradizionale salviano si compone di: una gonna a pieghe nere piuttosto ampia; una particolare camicia bianca che ha avanti delle piccolissime pieghe e le maniche con un polsino che arriva fino al gomito per terminare con uno sbuffo; un corpetto aderente di colore nero, scollato un copricapo, il “panno” rosso, che viene acconciato in un modo molto particolare.

Informazioni Turistiche

B&B

  1. B&B Sorbo
    • Indirizzo: C.da Sorbo, 85050 Savoia di Lucania (PZ)
    • Telefono: +39 348 7495371
    • Descrizione: Questo B&B è immerso nel verde in una zona molto tranquilla. Offre camere arredate con gusto e una colazione a base di prodotti locali.
  2. B&B del Popolo

    • Indirizzo: Via del Popolo 4, 85050 Savoia di Lucania (PZ)
    • Telefono: +39 340 5685861
    • Descrizione: Un’accogliente struttura nel centro del paese, con camere confortevoli e una ricca colazione. Ideale per chi vuole esplorare Savoia di Lucania e i dintorni.

Ristoranti

  1. Ristorante Braceria  Salvia Ranch

    • Indirizzo: C.da Santa Maria, 85050 Savoia di Lucania (PZ)
    • Telefono: +39 327 7176531
    • Descrizione: Ristorante immerso nel verde, con centro equestre e una cucina che propone piatti della tradizione lucana, preparati con ingredienti freschi e genuini.
  2. Ristorante Pizzeria Il Boschetto

    • Indirizzo: C.da Acqua degli Asini, 85050 Savoia di Lucania (PZ)
    • Telefono: +39 0971 711213
    • Descrizione: Ristorante a pochi km dal centro abitato, con area giochi per bambini e una cucina che propone piatti della tradizione lucana, preparati con ingredienti freschi e genuini.
  3. Agriturismo Venetucci

    • Indirizzo: C.da Perolla, 85050 Savoia di Lucania (PZ)
    • Telefono: +39 347 6676334
    • Descrizione: L’Agriturismo Venetucci offre un’ospitalità di tipo familiare. Il ristorante cucina ciò che in azienda si coltiva e alleva. Cucina semplice e genuina

Servizi Turistici

  1. Escursioni guidate in quad
  • Descrizione: La zona offre vari percorsi naturalistici che permettono di esplorare le bellezze paesaggistiche di Savoia di Lucania, con possibilità di trekking e passeggiate nel verde.
  • Contatti: Savoia Sport Adventure – Telefono: +39 375 8814249

Caterina Corleto
Telefono 389 1113337
Guida Escursionistica AIGAE – Presente a Sasso di Castalda

Isabella Abate
Telefono 3337321941

Alba Tempone
Telefono 3492643356

Vincenzo Pietro Scavone
Telefono 3477018814

Rocco Petrone
Telefono 329 5320026
Guida LAGAP e Guida Uff.le Parco App. Lucano

Rocco Tofalo
Telefono 338 4700324
Punto di riferimento per escursioni in bici

Angelo Doti
Telefono 342 0904506

Giovanni Motta
Telefono 328 4177570

Carmine Gulliti
Telefono 335 709181

Emanuele Sileo
Telefono 328 6991733
Presidente Guida LAGAP e Guida Uff.le Parco App. Lucano

Donato Filippi
Telefono 328 64691189
Maestro di Sci Nordico e Istruttore Nazionale di Nordic Walking

Gianluca Gugliotti
Telefono 334 7487770
Guida Uff.le Parco App. Lucano

I Territori