Tito: Un tesoro da scoprire nel cuore della Basilicata

Benvenuti a Tito, un incantevole borgo nel cuore della Basilicata, dove la storia, la cultura e la natura si fondono in un abbraccio caloroso. Qui, ogni angolo racconta una storia, ogni pietra sussurra segreti di un tempo lontano e ogni tradizione porta con sé l’anima autentica di questo luogo. Prendete per mano il desiderio di scoperta e lasciatevi guidare attraverso le meraviglie di Tito.

Le bellezze storico-naturalistiche e culturali

Inaugurato il 4 novembre 1928, il Monumento ai Caduti è un capolavoro del celebre scultore Torquato Tamagnini. Questa scultura in bronzo è la testimonianza dell’amore dei cittadini titesi emigrati in America che l’hanno regalata alla comunità. Raffigura un soldato morente che riceve una palma del martirio dall’angelo della Vittoria, un’immagine potente e toccante. Accanto al monumento, la fontana del 1869 rappresenta un luogo di incontro e di comunità, dove gli abitanti si ritrovano per condividere momenti di vita quotidiana.

Nella scena, immortalata nel bronzo e dallo stile classicheggiante, un soldato morente con la mano sul cuore riceve dall’angelo della Vittoria la  palma del martirio.

L’imponente fondale scenico è una fontana, riedificata nel 1869 a seguito della demolizione di un antico fonte, da sempre luogo di scambio e di aggregazione e tuttora luogo d’incontro prediletto dai più antichi depositari delle memorie locali.

L’Arco Durazzesco, risalente al XV secolo, incornicia con eleganza l’ingresso della Sala Consiliare di Tito. Questo antico arco è un simbolo di storia e bellezza architettonica, che vi farà sentire come se foste tornati indietro nel tempo.

Inoltre, dalla Piazza del Seggio, è possibile immergersi nei vicoli del centro storico della città per un passeggiata che offre la possibilità di soffermarsi ad ammirare gli antichi portali che, con il loro alone di mistero e fascino, offrono un viaggio nella storia e nel tempo. Dai volti, le fronde e i leoni guardiani della casa dei Lancieri (1563), alle formelle cariche di simboli della cornice d’ingresso del palazzo Postiglione (1744), ai tanti stemmi gentilizi che popolano anche le volte affrescate del chiostro, la memoria indelebile delle antiche e nobili famiglie titesi assale il visitatore, slanciandosi vivida dalla pietra scolpita.

Da non perdere: il battente superstite di Casa Spera, un unicum; le cornici solennemente sobrie della casa dei Coiro e del Castello; le tessere del ricchissimo mosaico del portale dei Postiglione (1774).

La collina di Satriano-Percorrendo la Statale 95, che da Tito porta a Brienza, e oltrepassato, al Km 23,3 il varco di Pietrafesa, a mt 855, si scende tortuosamente nel bacino del Melandro che qui offre scorci suggestivi. Rasentando le pendici della Serra di S. Vito, in alto a sinistra si scorge la torre di Satriano che, da un’altezza di 956 metri, visibile per vari chilometri da più punti, domina tutto il territorio.

Il sito, raggiungibile in macchina fino ad un certo punto, e poi a piedi, presenta i resti della torre quadrata edificata dai Normanni nel XII secolo, ruderi di mura e di un’antica basilica dedicata a S. Stefano protomartire. E’ ciò che resta dell’antica Satrianum, roccaforte longobarda sorta su un sito dalla complessa storiografia, successivamente contea normanna e sede vescovile, rasa al suolo definitivamente nel 1420 circa ad opera di Giovanna II.

La collina di Satriano è uno dei luoghi simbolo della storia della Lucania antica, poiché presenta un’articolata stratificazione archeologica che va dall’età del ferro al Medio Evo. Gli scavi hanno portato alla luce reperti che attestano l’esistenza di influenze elleniche, come ceramiche a tre colori e suppellettili verniciate in nero. Individuate, inoltre, una Acropoli e varie necropoli, nonché, lungo il pendio sud-occidentale della collina, in un’area ricca di acque sorgive, i resti di un’imponente fortificazione e di un santuario (databile tra il IV e il III sec. a.C.) dedicato ad una divinità maschile guerriera.

Il Santuario presenta un’architettura molto complessa: un muro a delimitazione dello spazio sacro, in cui si trovava il tempietto a pianta quadrangolare della divinità, una sala da banchetto, uno spazio per il culto, un portico. Molti dei reperti ritrovati nelle varie campagne di scavo si possono ammirare nel Museo Archeologico “Satriano le Origini”, a Satriano, in Via De Gregorio.
Della Satrianum dell’età del ferro sappiamo che fu una città fiorente, grazie alla sua posizione strategica.

Posta su una delle vette nord-sud più alte di questa parte del Meridione, si presenta come crocevia tra la costa tirrenica e il Golfo di Taranto: ad Ovest, infatti, il valico verso Brienza la collega al Vallo di Diano; la valle del Melandro favorisce le relazioni con la Campania e, infine, facili collegamenti con Potenza l’avvicinano alla valle del Basento e, quindi, alla costa ionica. Per questo motivo alcuni hanno avvicinato l’antica Satrianum all’altra, sola, comunità italiana dell’età del ferro la cui storia ci è stata dettagliatamente tramandata, Roma.

Entrambe, infatti, nascono come stazioni di vitale importanza su vie di comunicazione. Distrutta nel 330 a.C. da Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno, che sull’acropolis fece in seguito costruire una fortezza, Satrianum fu espugnata dai Romani nel 30 sec. a.C. Risulta essere sede vescovile già nell’878: qui si conservavano le reliquie di S. Laverio, ucciso durante le persecuzioni di Diocleziano.

La sua definitiva rovina avviene nel 1420, quando è rasa al suolo per volere di Giovanna II, e mai più ricostruita. I suoi abitanti si dispersero nei paesi vicini di Pietrafixa (oggi Satriano) e Tito, e del suo glorioso passato non rimasero che il nome, i resti che ancor oggi possiamo visitare e i racconti a metà tra la realtà e la fantasia circa la sua distruzione.

Oltre al sito archeologico è possibile visitare, all’interno della Torre, il museo multimediale “Una rocca di avvistamento sulla storia”.

La biblioteca di Tito custodisce il prezioso “Fondo Alianello”, dedicato a Carlo Alianello, illustre figura del revisionismo del Risorgimento. Qui, tra manoscritti, poesie inedite e oggetti personali, è possibile immergersi nell’anima letteraria di Tito, scoprendo tesori nascosti e storie affascinanti.

La Biblioteca ospita numerosi volumi e svolge attività di prestito e consultazione.
Negli spazi della biblioteca si trovano due aule studio e un punto lettura per i bambini 0-6 anni; inoltre, vengono ospitate costantemente numerose attività culturali.

Lorenzo Ostuni

Lorenzo Ostuni (Tito 1938, Roma 2013) è stato un filosofo, simbologo e terapeuta italiano di fama internazionale. Fin dagli anni sessanta si è dedicato allo studio dei simboli e al loro utilizzo come strumento per la conoscenza profonda di se stessi e per l’autorealizzazione. Diversi sono i sistemi semiologici, simbolici e letterari da lui creati a questo scopo (i più noti: il Biodramma, la Mirror therapy, le 99 Chimere, le Sfingi). Tantissime sono le persone (anche molto note come Federico Fellini, Vittorio Gassman, Theo Angelopoulos) che hanno frequentato il suo centro studi “La Caverna di Platone” a Roma, così come migliaia i partecipanti ai suoi seminari in Italia e negli Stati Uniti,
dove ha insegnato presso l’Esalen Institute, il più importante centro mondiale per lo sviluppo del potenziale umano.
Lorenzo Ostuni è stato anche autore di programmi televisivi (uno dei successi: Misteri su Rai2 e Rai3) e produttore di sceneggiati televisivi e di grandi film d’autore premiati a Cannes e Venezia.

Ospitato all’interno dei locali della Biblioteca Comunale “Lorenzo Ostuni” il Fondo raccoglie le testimonianze letterarie e di vita di Carlo Alianello, docente, scrittore, sceneggiatore di origini titesi che ha affrontato, con le sue maggiori opere, “L’ Alfiere” e “L’Eredità della priora”, il tema della conquista del Sud, dal brigantaggio all’unificazione d’Italia.

Carlo Alianello nacque il 20 marzo 1901 a Roma e qui morì il 1° aprile 1981.
Dopo aver trascorso la fanciullezza in Sardegna e nel capoluogo toscano gli anni della gioventù, rientrò a Roma per laurearsi in Lettere e dedicarsi alle sue passioni: l’insegnamento e il giornalismo. Collaborò infatti con Il Mondo, Il Corriere della Sera, Il Giornale d’Italia e Il Messaggero.
Eventi di grande importanza lo videro protagonista: nel 1952 ricevette il Premio Valdagno-Marzotto per I Soldati del Re e nel 1963 il Premio Campiello per L’eredità della priora. Il suo primo romanzo L’alfiere, pubblicato nel 1943, ebbe un tale successo di critica e di pubblico da diventare, nel 1956, uno dei primi sceneggîati televisivi prodotti dalla Rai con la regia di Anton Giulio Majano. Stessa regia nel 1980 per lo sceneggiato in sette puntate tratto da L’eredità della priora, del quale molte scene vennero girate a Tito. Frequenti riferimenti al paese sono presenti nelle opere principali dello scrittore. Ne l’alfiere, ad esempio, Alianello ne descrive il paesaggio e le feste popolari. il Fondo Carlo Alianello, costituito dall’archivio dello scrittore e da alcuni oggetti personali, è stato donato dalla famiglia nel 2001 al Comune di Tito.
L’amministrazione comunale e la famiglia Alianello, in collaborazione con il parco della Grancia, hanno presentato al pubblico il Fondo nel dicembre del 2003, mentre il 18 febbraio 2004 la Soprintendenza archivistica della Basilicata ha formalizzato la notifica di notevole interesse storico.

Un luogo lontano dalla routine cittadina, immerso nel Parco nazionale dell’Appennino lucano, val d’Agri-lagonegrese, dove poter trascorrere piacevoli momenti a stretto contatto con la natura. Dal rifugio, con la sua area pic-nic e quella dedicata ai giochi per bambini, è possibile inoltrarsi nei boschi circostanti per piacevoli passeggiate lungo i sentieri del bosco Zanfroneta oppure, per gli amanti dello sport all’aperto, tenersi in forma con la palestra naturale attrezzata.Ogni percorso è comunque dotato di appropriata segnaletica di orientamento e identificazione botanica per conoscere meglio le numerose specie vegetali che popolano il territorio.

Situato in località Madonna delle Grazie, con i suoi circa 900 mt di pista ciclabile, un’area fitness all’aperto, un’area giochi per bambini e un’area sgambettamento cani, rappresenta una piacevole oasi verde a ridosso del Torrente Noce. Il Parco, frutto di un progetto di riqualificazione di una zona soggetta a degrado, presenta anche un campetto in erbetta sintetica di calcio a 5 e un campo polivalente a libero accesso in cui è possibile praticare mini calcio, mini volley e mini basket.

Dal 2004, dall’8 dicembre al 6 gennaio, il pendio della collina della Torre di Satriano in Tito s’illumina di un enorme albero di Natale. L’iniziativa, realizzata dal lavoro volontario dell’Associazione Anspi Carità di Tito, rappresenta uno dei simboli più maestosi del Natale lucano.Infatti, nel corso degli anni la sagoma dell’albero è stata perfezionata e resa più grande, fino a raggiungere l’attuale dimensione e farlo diventare l’albero di Natale più grande del Mezzogiorno:

Perimetro: 1.700 metri
Altezza: 290 mt
Larghezza: 240 mt
Pali a sostegno: 265
Cavo di alimentazione: 500 mt
Lampadine: 8000

L’albero è visibile da buona parte del territorio del Marmo- Platano e viene acceso l’8 dicembre di ogni anno attraverso una cerimonia a cui, negli ultimi anni, hanno preso parte personaggi del mondo teatrale e dello spettacolo.

Percorsi

  • Descrizione: Un percorso che conduce alla Torre di Satriano, un antico sito archeologico con resti di fortificazioni e viste panoramiche sulla valle.
  • Difficoltà: Medio
  • Durata: Circa 2-3 ore
  • Lunghezza: Circa 5-6 km
  • Passi: Circa 7.100-8.600 passi
  • Punti di Interesse:
    • Torre di Satriano: Resti archeologici e vista panoramica.
    • Panorama della Valle: Viste mozzafiato della valle sottostante.
    • Ruderi e Resti Storici: Elementi storici lungo il percorso.
  • Riferimenti Web: Comune di Tito
Monumento ai Caduti, Piazza del Seggio, Tito, Potenza, Basilicata, Italia

Torre di Satriano

Piazza del Seggio

Biblioteca Comunale, Via Convento, Tito, Potenza, Basilicata, 85050, Italia

Rifugio la Casermetta

Parco del Benessere

Santissima Annunziata, 10, Strada Statale 95 di Brienza, Tito, Potenza, Basilicata, 85050, Italia

San Laviero Martire, 134, Via Convento, Tito, Potenza, Basilicata, 85050, Italia

Architetture Religiose: Luoghi di fede e bellezza

L’antichissimo cenobio intitolato al santo porto­ghese è stato completamente ristrutturato dopo l’ultimo sisma.

L’epoca della sua edificazione si attesta ai primi anni del XVI secolo, quando i cittadini provvi­dero, con le loro donazioni e con beni del Comune, alla sua costruzione per poi conse­gnarlo a padre Gianfrancesco da Potenza, del­l’ordine dei Francescani.

Il Convento racchiude un ricco patrimonio artistico.

Il Chiostro e gli Affreschi

A pianta quadrata, il convento presenta una teoria di quattro archi per ogni lato, che si affac­ciano sul chiostro interno, dove un tempo erano sistemati un pozzo per la raccolta dell’acqua, predisposto per le esigenze dei frati. Il Chiostro conserva uno dei più interessanti cicli ad affresco della regione.
Degno di nota è l’affresco posto sulla parete del­l’annessa chiesa (lato settentrionale) che ripro­duce i miracoli compiuti da Sant’Antonio da Padova nel corso della sua vita. L’opera si compone di sei quadri che sono stati commissionati da titesi in segno di devozione al santo.

Alla fine della stessa parete campeggia in alto un dipinto a semiluna raffigurante il batte­simo di Gesù. Il muro perimetrale è, invece, impreziosito dagli affreschi a lunetta con le effi­gi dei tre profeti Nahum, Osea e Sofonia e da quelli, più piccoli, di tre studiosi: (Si)lverus Hispan(US), (A)ntonius Quevara e Franciscus Gotus. Tutto il corridoio, con volta a botte, pre­senta altre lune. Centralmente ne sono poste otto, di cui tre non più leggibili. Le cinque rima­ste rappresentano una colomba (lo Spirito Santo), una Croce con globo, l’Agnello con un libro e un sigillo, una Croce e un’altra figura sacra che non si riesce a identificare con preci­sione. A destra e a sinistra vi sono sette lune in alto e otto in basso, tutte affrescate con figure sacre più o meno leggibili.

Un altro corridoio degno di menzione nel monastero (lato ovest) è quello affrescato con nove immagini, raffiguranti anch’essi i miracoli del santo, fatte realizzare dai fedeli devoti. Il corridoio a sud è riccamente affrescato con sette quadri a tema uguale; quello a est presenta immagini non più decifrabili e quindici lunette che raffigurano personaggi mitici e della Bibbia. In questo lato del convento, alla fine del corri­doio, è dipinta una Pietà con San Francesco.

Le pareti interne, invece, ospitano 27 scene tratte dalla vita e dagli interventi miracolosi di Sant’Antonio.

Una scala conduce al piano superiore, dove si aprivano le celle dei frati, che hanno varie aper­ture sul chiostro.

La Chiesa

Coeva all’epoca di costruzione del cenobio è la chiesa adiacente, a due navate riccamente stuc­cate. Vi si accede da un portale sul quale spicca lo stemma dei Francescani. Sul lato destro dell’aula si aprono alcune nicchie decorate con madonne e santi e arricchite da motivi orna­mentali.

La zona presbiteriale, a cui si accede da una sca­linata, è sormontata da un arco trionfale. Una cattedra per le funzioni liturgiche spicca a destra del presbiterio, sulla sinistra invece c’è un pianerottolo policromo per l’organo (che un tempo era a canne). Dietro l’altare maggiore c’è un coro ligneo.

Nella navata laterale dell’edificio sacro si con­servano due altari dedicati a Sant’Antonio da Padova e a San Francesco, sormontati da due nicchie contenenti le statue dei santi in legno finemente intagliato. Tra gli arredi sacri vanno menzionati: le statue di San Vito, San Rocco, San Pasquale e San Biagio, racchiuse in piccole nicchie lignee; un olio di Giovanni De Gregorio (detto “il Pietrafesano”) che rappresenta un’Immacolata (1629); un quadro della Madonna Assunta in cielo; quattordici quadretti, di forma ovale, raffiguranti le stazioni della Via Crucis; le tre opere pittoriche di Santa Chiara, Santa Marta e del martirio di Santa Cecilia; una statua in legno della Madonna del Carmine. Nella chiesa un tempo avveniva la sepoltura dei morti, come attestano le numerose nicchie che avevano sul pavimento botole ribaltabili successivamente interrate per motivi di sicurezza.

L’edificazione della vetusta Matrice, come si evince da una pietra che è posta sulla facciata della diruta costruzione, risale al 1465. Più volte ricostruita in seguito ai crolli dovuti ai numero­sissimi terremoti avvenuti nel corso dei secoli, la chiesa è stata quasi rasa al suolo dal sisma del 1980.
Non ancora completamente riedificata, oggi si presenta con una facciata colorata in giallo e un tetto a capanna sul quale svetta un piccolo crocifisso. Vi si accede da un portale con arco a tutto sesto chiuso a vetri. Lateralmente conser­va una delle navate dell’edificio originario che era a pianta latina

È un tempio con tetto a capanna diviso in due ordini. Sul portale rettangolare, incorniciato da mattoncini rossi, si apre un finestrone ad arco chiuso a vetri, a sua volta sormontato da un pic colo campanile a vela. L’interno si presenta a unica navata. L’altare è in marmo policromo. Ai lati due tele piccole di San Giuseppe e San Luigi, opera di un devoto milanese che realizzò anche una tela raffigurante la Madonna di Pompei. Tutte le opere sono moderne, risalgono infatti agli anni ’50 del Novecento. Chiesetta della Madonna delle Grazie Ricostruita, a unica navata, sorge in rione Giostra. L’altare a muro è stato distrutto, oggi è in legno e poggia su un piedistallo che ha due gradini in pietra. L’interno custodisce un croci­fisso del Settecento, una Santa Filomena (XIX secolo), una Santa Lucia (fine Seicento), un Sant’Antonio Abate di fine Ottocento e una sta­tua lignea della Madonna delle Grazie. Cappella dell’Immacolata Concezione di Maria (ex cappella della stazione) Il piccolo edificio sacro dedicato all’Immacolata Concezione di Maria sorge nei pressi della sta­zione ferroviaria di Tito Scalo e fu costruito nel 1939 inizialmente con fondi e sul terreno del sacerdote Francesco Laurenzana. Riedificato completamente in seguito al terremoto del 1980, oggi è una moderna costruzione a unica navata che è diventata punto di riferimento dell’intera area. Una mensa di gusto semplice è sormonta­ta da un crocifisso.

Piccolo tempio di campagna con tetto a capan­na. Ospita la Madonna che viene qui trasporta­ta a maggio dai fedeli e che l’8 settembre viene riportata in paese per essere riposta nella casa canonica.

Sorge immediatamente fuori dell’abitato, a circa 1 km dal paese. Conservava le reliquie dei santi martiri Primo, Sonzio e Valentino, oggi custodi­te nella canonica. Chiesetta del Calvario.
Davanti a questa cappella un devoto pose 3 croci. L’edificio sacro sorge nel rione omonimo. A unica navata e pianta rettangolare, ha tra gli arredi sacri un crocifisso ottocentesco e un San Biagio coevo. Casa Canonica in via Notar Gallotto, la casa canonica custodi­sce le statue della Madonna del Carmine, di San Laviero, di San Donato, di Sant’Emidio e poi piccole statue di epoca diversa, tutte provenienti da chiese distrutte dal terremoto.

È un’imponente costruzione su due livelli di fabbrica. Vi si accede da un portale con arco a tutto sesto poggiante su piedritti e chiuso, nella chiave di volta, da un motivo ornamentale sor­montato dallo stemma gentilizio. Al piano nobi­le si aprono una serie di balconi con ringhiere in ferro battuto dal gusto semplice.

L’antica dimora nobiliare conserva un bel por­tale ad arco con bugne rettangolari e quadrate alternate, finemente cesellate con motivi orna­mentali. La composizione dell’arco è chiusa, nella chiave di volta, dallo stemma nobiliare dei Postiglione.

Tradizioni Culturali e Artigianali

Venite a scoprire Tito

Lasciatevi affascinare dalla storia, dalla cultura e dalle tradizioni di Tito. Questo borgo incantevole vi accoglierà con il calore e la genuinità della Basilicata, offrendovi un’esperienza unica e indimenticabile. Lasciate che il suo fascino vi conquisti per sempre.

Come in molti altri centri della Basilicata, grandi festeggiamenti sono riservati alla Beata Vergine.
A Tito molto sentita è la festa in onore della Madonna del Carmine, la prima domenica di maggio, quando la statua viene portata, dalla Chiesa Madre del paese, alla Chiesa della Madonna del Monte. Qui viene periodicamente celebrata la Messa e si effettuano pellegrinaggi, fino all’8 settembre, data in cui i titesi, in processione, riportano la statua della Madonna in paese, lasciandola però all’ingresso dell’abitato, a raccogliere le preghiere dei fedeli.

Sempre in onore della Madonna del Carmine, si svolgono festeggiamenti la prima domenica di luglio, nel caratteristico borgo detto “ai piedi della Terra”, dove si ritiene sia sorto il primo nucleo di Tito, e dove si trova una piccola cappella aperta solo in occasione della festa.

Altra festività religiosa molto sentità della comunità è quella in onore di Sant’Antonio da Padova che si celebra il 13 giugno.

Tra le feste civili da segnalare bisogna ricordare “I Fuochi di S. Giuseppe” che si tengono la sera del 18 marzo: in quest’occasione si svolge una gara tra gli abitanti di Tito per la raccolta di fascine, che poi verranno accese nei vari rioni del paese, in competizione tra loro per il falò più grande. Musica, piatti della tradizione e convivialità sono gli ingredienti principali della festa.

Negli ultimi anni, un nuovo appuntamento tradizionale anima l’estate del borgo: è  il percorso enogastronomico “Centro in Tavola” che si svolge nei vicoli del centro storico l’ultimo fine settimana di agosto.

 

18 marzo
Fuochi di San Giuseppe
2° domenica
di maggio
Festa in onore della Beata Vergine del Carmine
Processione dalla Chiesa Madre alla Madonna del Monte Carmelo dove periodicamente viene celebrata la S. Messa e vi si reca in pellegrinaggio.
13 giugno
Festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova
7 agosto
Festeggiamenti in onore di San Donato
23-25 agosto
Centro in Tavola – percorso enogastronomico
7 settembre
Festeggiamenti in onore di San Laviero Martire Patrono della Città
8 settembre
Festa in onore della Beata Vergine del Carmine
Processione dal Monte alla Chiesa Madre, la statua della Madonna del Carmine viene riportata in paese dove viene lasciata all’ingresso per raccogliere le preghiere dei fedeli.
17 novembre
San Laviero Martire

Informazioni Turistiche

DOVE DORMIRE

Hotel

  1. Cargallo
    C/da Serra, 3
    85050 Tito (Pz)
    Tel. 0971 485105 – Fax 0971 485139
  2. I Rocchi
    C/da Santa Loja
    85050 Tito Scalo, (Pz)
    Tel. e fax 0971 651029
    irocchihotel.com
  3. La Piana
    C/da Serra – Zona P.i.p.
    85050 Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 485822 – Fax 0971 485822
    lapianahotel.it
  4. Mephitis
    C/da Acqua Bianca 7, Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 794537
  5. Santa Loya
    C/da Santa Loya, snc
    85050 Tito (Pz)
    Tel. 0971 485692 – Fax 0971 485255

B&B

  1. La Locanda del buon formaggio
    Bed&breakfast
    C.da Serra, 2D
    85050 – Tito Scalo (Pz)
    Tel. 0971 485771
    lalocandadelbuonformaggio.it

Casa vacanza

  • La Majonica
    C/da Paganico, Loc. Schiena d’Asino 85050 Tito (PZ)
    Tel. 335 5212798
    lamajonica.it

Pensione

  • Nuovo Albergo
    Scalo Ferroviario 85050 Tito scalo (Pz)
    Cell. 333 4814508

DOVE MANGIARE

  • Ascenedda
    Pizzeria
    Via S. Vito 2, Tito (Pz)
    Tel. 0971 794498
    Chiusura: lunedì
  • Basilico Fresco
    Pizzeria
    Centro Commerciale Iris Via S. Pertini 13
    Tel. 0971 485044
    Cell. 371 3404909
  • Be Happy
    Pub/Pizzeria
    Via Roma, 161
    85050 Tito (PZ)
    Tel. 327 7340098
    Chiusura: lunedì
  • Binario 74
    Pub
    Scalo Ferroviario
    85050 Tito Scalo (PZ)
    Tel. 340 8987321
    Chiusura: martedì
  • Burger & Grill
    Ristorante
    Via Giuseppe Saragat, 6
    85050 Tito Scalo (PZ)
    Tel. 0971 652015
  • Cargallo
    Ristorante
    C/da Serra, Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 485105
    Chiusura: domenica
  • La Pannocchia
    Agriturismo
    C.da Frascheto, Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 485766
    Chiusura: lunedì
  • La Fabbrica del Gusto
    Ristorante/ Pizzeria
    C/da Serra 6 Tito Scalo (PZ)
    Tel. 0971 629098
  • Mephitis
    Ristorante
    C/da Acqua Bianca 7, Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 794537
  • Miseria e Nobiltà
    Ristorante
    C/da Macchia 52 Tito Scalo (PZ)
    Tel. 0971 485450
    Chiusura: mercoledì
  • Osteria dell’arrosticino
    Birreria/Braceria
    Centro Commerciale Iris Via S. Pertini 13
    85050 Tito Scalo (PZ)
    Tel. 0971 485711
    Cell. 335 7809099
    Chiusura: lunedì
  • Santa Loya
    Ristorante
    C/da Santa Loya, snc
    85050 Tito (Pz)
    Tel. 0971 485692
    Fax 0971 485255
  • Sole e luna
    Pizzeria
    Via Scalo Ferroviario 17, Tito scalo (Pz)
    Tel. 0971 485069

Caterina Corleto
Telefono 389 1113337
Guida Escursionistica AIGAE – Presente a Sasso di Castalda

Isabella Abate
Telefono 3337321941

Alba Tempone
Telefono 3492643356

Vincenzo Pietro Scavone
Telefono 3477018814

Rocco Petrone
Telefono 329 5320026
Guida LAGAP e Guida Uff.le Parco App. Lucano

Rocco Tofalo
Telefono 338 4700324
Punto di riferimento per escursioni in bici

Angelo Doti
Telefono 342 0904506

Giovanni Motta
Telefono 328 4177570

Carmine Gulliti
Telefono 335 709181

Emanuele Sileo
Telefono 328 6991733
Presidente Guida LAGAP e Guida Uff.le Parco App. Lucano

Donato Filippi
Telefono 328 64691189
Maestro di Sci Nordico e Istruttore Nazionale di Nordic Walking

Gianluca Gugliotti
Telefono 334 7487770
Guida Uff.le Parco App. Lucano

Contatti

Comune di Tito
Telefono: 0971 796211
Email: ufficiourp@comune.tito.pz.it

https://comune.tito.pz.it/

I Territori